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In breve
Il Futurismo, con a capo Filippo Tommaso Marinetti, rivoluzionò il concetto accademico, classico e tradizionale dell’arte, contaminando i precetti creativi delle discipline plastico-visive e letterarie con i tratti della modernità. La velocità, l’energia, la meccanica, esaltate con veemenza e aggressività provocatoria, rappresentarono le coordinate espressive e operative impiegate dagli artisti appartenenti al movimento d’avanguardia per ridisegnare in un’ottica antipassatista gli statuti linguistici delle diverse arti. Rapidamente il teatro divenne il terreno privilegiato di questa ricerca. Teorizzato tra il 1911 e la fine degli anni Venti, il teatro futurista fornì un contributo determinante nel processo di riformulazione del codice scenico del Novecento.
Il volume fa parte della serie Percorsi e dimensioni del teatro diretta da Lorenzo Mango e Franco Perrelli
Indice
Introduzione. Lo specifico del linguaggio teatrale
1. Le serate futuriste e il Teatro di varietà
Il Futurismo come caso mediatico/Serate futuriste/Santabarbara teatrale/Il Teatro di varietà: la performance futurista/Pomeriggi futuristi: il teatro performativo di Cangiullo
2. Dal Teatro sintetico al Teatro della sorpresa
Il Teatro sintetico/Le sintesi in tournée/Il Teatro della sorpresa
3. Marinetti drammaturgo
Architettura sintetica nello sviluppo dell’azione/Drammaturgia prefuturista/Transizione/Le sintesi incatenate
4. La scena futurista
Il teatro dei pittori/Scrittura della visione in Balla/Il Teatro plastico di Depero/Scenografia plastico-dinamica in Prampolini/L’estetica meccanica e il Teatro magnetico/Il Teatro della pantomima futurista
5. Gli anni Trenta
Bibliografia