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In breve
Alla sua comparsa nelle sale, nel 1994, Pulp Fiction venne considerato l’emblema di un’estetica superficiale e volatile, quella postmoderna, e come tale destinato a volatilizzarsi a sua volta nel giro di un paio d’anni. Ma le cose andarono diversamente: dopo aver vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes, il film acquisì gradualmente prestigio e consolidò la fama di Quentin Tarantino come autore di punta nel panorama odierno. Il libro analizza un film cruciale per l’epoca postmoderna e per la rappresentazione della violenza nel cinema contemporaneo, contestualizzandolo al periodo della sua uscita e analizzando le ragioni che lo hanno trasformato in un fenomeno di culto.
Il volume fa parte della serie Il cinema, i film diretta da Alessia Cervini, Giacomo Manzoli e Christian Uva
Indice
Introduzione
1. I contesti
La trama/La struttura/La cultura dell’home video/Cinema postmoderno
2. Scene del crimine
La rappresentazione della malavita/Una sequenza esemplare: al ristorante/Il crimine come palcoscenico/Gangster come uomini qualunque
3. Consumi e immagini
Pensare (e parlare) per immagini/Il consumo della violenza/La coolness come immagine di sé
4. Un film da toccare
Il piacere del film/L’eresia del piacere/La centralità del tempo
5. La ricezione
Il rapporto con il passato/Pulp Fiction come classico/Canonizzazione postuma/Eredità e influenze
Bibliografia